Sarà che il freddo dell’ultra-nord inizia a stufare, avevo voglia di mare; se non posso visitarlo, posso sempre immaginarlo. Ecco un breve racconto che ho scritto.
I passi si muovono lenti sulla sabbia, poi frenetici, granelli caldi incontrano quelli freddi tra un volteggio e l'altro. Piccoli crateri si aprono sotto di noi a ogni saltello. Il Sole dell'eterno tramonto illumina i nostri volti, costringe gli occhi a chiudersi mentre giriamo e giriamo a mani congiunte tutti insieme; vedo te, chiudo gli occhi al Sole, vedo gli altri, vedo il mare, vedo di nuovo te. Saremo un centinaio o un migliaio, il conto ho perso delle persone che ho incontrato, come del tempo trascorso qui.
Siamo ballando da diverse ore. Abbiamo iniziato verso le 17, con il Sole caldo all'orizzonte. La sabbia scottava dalla canicola appena terminata. Avremmo terminato dopo il tramonto.
Il sudore scende sul mio petto e incontra una ghirlanda di fiori, ormai fa parte di me, Intorno gazebi e teli bianchi svolazzano dolcemente mossi dal vento. Persone chiacchierano, persone brindano, mani si incontrano e si uniscono alla danza.
E' un vero onore assistere alla morte del Sole, quel puntino luminoso che nessuno riesce a vedere in viso, che si trova a infinite distanze, quel puntino luminoso che dà la vita cade ogni giorno sotto questo orizzonte, incendiando il paesaggio in un tuffo di luce immenso.
Volevamo celebrare la morte del Sole danzando sino allo spegnersi della luce. Ci siamo alzati senza musica e abbiamo iniziato a volteggiare a danzare. Altri si sono uniti a noi, poi sono arrivate anche le note. Quale miglior modo di celebrare la fine del giorno se non quello di godere di ogni raggio di luce in maniera libera?
Ma quella luce non è mai terminata.
Balliamo da ore, da giorni, da mesi, da anni, da lustri, da secoli, da millenni. Sento i brividi della brezza marina che salgono dall'orizzonte verso me. Ma il caldo non termina mai . Con la coda dell'occhio vedo il dischetto rosso poco sopra quella linea soffusa che divide il mare dal cielo. Splende imperterrito, così lontano. Credevo di conoscerlo, credevo che sarebbe caduto nel giornaliero tuffo di gloria. Mi guarda, lo guardo; non si muove.
Il tempo è sospeso, il Sole è fermo, siamo noi che ci muoviamo. Saltelliamo, volteggiamo, ci scambiamo posto, sfioriamo gli altri, ma rimaniamo lì, come incatenati in quella spiaggia, rispettando la promessa di danzare sino alla morte del Sole.