Il voto di tua nonna è molto più importante del tuo
Dati certi ogni oltre ragionevole dubbio su chi è decisivo nella politica italiana
Io discuto sui fatti, non sulle opinioni, questo è un mio mantra da sempre. Non ha senso, infatti, litigare o perdere tempo sulle rispettive visioni del mondo. Puoi anche credere nell’esistenza degli ippogrifi (o nell’oroscopo) per quanto mi riguarda, non sto a discutere di queste cose; se però mi dimostri una prova autorevole sull’esistenza degli ippogrifi, l’opinione diventa fatto, allora ti ascolto. Per questo motivo in questo blog cito tutte le fonti. Non pretendo di essere un oracolo, anzi, avremo un confronto interessante se non la penserete come me. Le fonti servono sia ad avvalorare il mio discorso, sia a supportare la vostra smentita, così funziona un dibattito secondo me.
Faccio questa lunga premessa perché da tempo avevo un’idea in testa; tuttavia, finché non ho dati a supporto, rimane un’opinione e in quanto tale non va espressa (se non al bar, ma questo non è un bar e non vuole esserlo).
Adesso ho i dati, sono dunque pronto ad esprimerla (e a litigare).
La mia affermazione, non più semplice opinione ma supportata da fatti, è la seguente: IN ITALIA LA POLITICA È TRAGHETTATA DAGLI ULTRASESSANTENNI.
L’AGO POLITICO DIPENDE UNICAMENTE DAL VOTO DEGLI ANZIANI.
Il dado è tratto. Adesso che ho la vostra attenzione, passo all’argomentazione.
Prendo i seguenti dati dal “Rapporto Annuale 2025” dell’Istat [1] (i vari link sono alla fine di questo articolo). L’italiano medio ha un’età mediana di 46,8 anni al 1° gennaio 2025. I minorenni (con cittadinanza italiana) sono il 14.8% della popolazione (al 2023, pag.157 [1]), mentre gli over 65 il 26% (al 2023, pag.157 [1]). Dati più aggiornati mostrano che la percentuale di anziani è diminuita (24.7%, pag.71 [1]) ma teniamo per buono il dato del 26% per confrontare dati della stessa annata.
Non ho trovato numeri sulle fasce di età degli elettori (e stando a questo articolo [2] del 2018 de “La Stampa”, questo dato non è proprio diffuso dal Ministero dell’Interno), posso però fare una stima. Considerando che hanno diritto di voto tutti i maggiorenni, possiamo stimare sulla base dei dati sopra che il 30% circa degli elettori ha oltre 65 anni.
Circa 3 su 10 elettori hanno più di 65 anni. Sembrerebbe quasi un dato “giusto”: la voce delle persone più anziane pesa per quasi un terzo del totale.
Invece le cose non stanno così. Quella voce non solo è l’ago politico delle elezioni, in più predomina su tutte le altre.
Oltre a vedere alla demografia della popolazione, dobbiamo osservare come gli italiani si informano. Accogliamo adesso sul palco il documento “Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione – Anno 2025” [3] dell’AGCOM, ovvero l’Autorità Garante delle Comunicazioni. Nel 2023 si è osservato il sorpasso dei mezzi online rispetto ai media tradizionali per quanto riguarda l’accesso alle informazioni. In altre parole, più di metà degli italiani si informa su Internet (pag.4 [3]). Con online si intendono siti dei giornali, newsletter, social network nel complesso. Tuttavia, il 50.5% di chi è iscritto a <<social network dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni sui social prima che su altri mezzi di comunicazione>> (pag.5 [3]).
Fin qui, nulla di sorprendente. Arriviamo al dato che muove questo post, la mia riflessione, il Sole e le altre stelle. Vi copio direttamente l’estratto a pag.14:
Ecco il nucleo di tutto. A pag.5 si specifica anche che con “fasce più adulte della popolazione” ci si riferisce agli ultrasessantacinquenni.
Il 30% degli elettori ha più di sessantacinque anni e, benché siano in minoranza rispetto al resto della popolazione, sono i più attivi. Le interazioni sono oro per i social network e le notizie messe in risalto sono quelle più commentate. Vi ho raccontato qui di come un video è andato virale per mezzo dei negazionisti dello sbarco sulla Luna. Io devo ringraziare chi ha criticato quel video (esprimendo opinioni, tante opinioni, tantissime opinioni e nessun dato a supporto), perché il video ha acquisito “punti” di interazioni ed è andato virale.
Gli ultrasessantacinquenni sono dunque i più attivi nei social, determinano quali notizie saranno più lette o meno; gli Italiani si informano prevalentemente sui social; la politica italiana è determinata dagli ultrasessantacinquenni.
Questo è il mio sillogismo.
Il ricambio generazionale è lentissimo in Italia perché la popolazione invecchia da 17 anni di fila (pag.67 di [1]; vi dicevo che uso le fonti per tutto). La situazione attuale rimarrà così nei prossimi anni, a meno di cambiamenti drastici. Oggi il Governo ha annunciato l’accoglienza di 500.000 migranti nei prossimi 3 anni [4]. Cambierà l’ago politico? No, perché non potranno votare, potranno farlo almeno tra 10 anni.
Questo discorso non vuole essere un manifesto futurista ultratecnologico di cattedre da rovesciare. È un dato di fatto con cui dobbiamo scendere a patti. È la spiegazione di tanti climi di odio che si vedono nei social network. Inoltre, dimostra il perché in qualsiasi elezione almeno un partito ha proposto di alzare le pensioni.
Io personalmente sono convinto che non vedrò mai la pensione. I dati attuali mostrano che il 68.2% della spesa pubblica per prestazioni sociali va in pensioni, contro il 22.1% sulla sanità e il 9.7% dell’assistenza (pag. 41 [1]). Nel 2023 l’INPS ha erogato 338 miliardi di euro in pensioni [5]; per confronto, in 5 anni il Reddito di Cittadinanza è costato €34.5miliardi (fonte: La Stampa [6]). Dunque, ogni anno spendiamo in pensioni 10 volte quanto è costato il RdC in 4 anni.
Non sostengo solo io che alla lunga il sistema pensionistico non sarà più sostenibile, l’ha detto anche il ministro dell’Economia Giorgetti il 17 luglio 2024 in un’audizione della Camera (<<nessun sistema pensionistico è sostenibile in un quadro demografico come quello attuale>>) [7].
Non ho amare consolazioni da offrire in questo momento. Non ho conclusioni diverse. Questi sono i dati, su cui ho costruito le mie affermazioni e il mio sillogismo. A voi i commenti e, spero, le smentite. L’articolo si chiude qui.
Bibliografia:
[1] “Rapporto Annuale Istat 2025”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/
[2} “Quanto vale il voto degli anziani?”, Paolo Magliocco, 13 Febbraio 2018, “La Stampa”; https://www.lastampa.it/cultura/2018/02/13/news/quanto-vale-il-voto-degli-anziani-1.33979857/
[3] “Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione – Anno 2025”, https://www.agcom.it/pubblicazioni/osservatori/osservatorio-annuale-sul-sistema-dellinformazione
[4] “Approvato il "decreto flussi", 500 mila ingressi regolari in tre anni”, Rai News, https://www.rainews.it/articoli/2025/06/oggi-sul-tavolo-del-governo-il-decreto-flussi-per-il-prossimo-triennio-migranti-regolari-badanti-colf-lavorostagionale-9df5b65e-9810-435a-9909-1ba534fffeb0.html
[5] Audizione Bicamerale del presidente dell’INPS Gabriele Fava del 17 Ottobre 2024; https://www.inps.it/content/dam/inps-site/pdf/inpscomunica/Audizione_Bicamerale_Enti_Gestori_17ottobre2024.pdf
[6] “Reddito cittadinanza, INPS: spesi 34,5 miliardi da 2019”, La Stampa, https://finanza.lastampa.it/News/2024/02/08/reddito-cittadinanza-inps-spesi-34-5-miliardi-da-2019/MTE3XzIwMjQtMDItMDhfVExC
[7] “L'allarme di Giorgetti sulle pensioni: "Con questo quadro il sistema non regge", Today.it, https://www.today.it/politica/giancarlo-giorgetti-allarme-pensioni-sistema-non-regge.html