Le lauree honoris causa non "servono", nel senso stretto della parola. Come dice il nome stesso, sono solo onorificenze. Eppure il discorso di ringraziamento di una laurea in particolare ha cambiato il mio modo di vedere le cose.
Mi riferisco al celebre discorso di Steve Jobs del 2005 in occasione della sua laurea honoris causa all'università di Stanford. Per chi non ricordasse, Steve Jobs era il fondatore della Apple e dello studio di animazione Pixar. Il discorso viene ricordato per il "Stay hungry, stay foolish" ("Siate affamati, siate folli"); il passaggio su cui voglio concentrarmi oggi è però un altro. Andiamo con ordine.
Noi, come i nostri antenati, almeno una volta l'anno alziamo lo sguardo su nel cielo e cerchiamo le stelle. Di solito accade d'estate, vuoi per il ciel sereno, vuoi per la notte di San Lorenzo, vuoi perché spesso si fanno le vacanze lontano dall'inquinamento luminoso delle città. Alcune app aiutano a trovare le costellazioni, vi consiglio per esempio "Stellarium". Un aspetto che può risultare comico è il divario tra il nome della costellazione e il disegno vero. Prendiamo ad esempio il Leone:
Non ha nemmeno la criniera! Potrebbe benissimo essere un cavallo. Eppure, da migliaia di anni quella è indicata come la costellazione del Leone. I nostri antenati guardavano il cielo per orientarsi, cercavano connessioni tra le stelle per rendere più familiare il cielo, che può apparire a volte troppo grande e minaccioso.
Certamente, il cielo dei nostri antenati non era quello che vediamo oggi. Ho citato l'inquinamento luminoso, provate a vedere il cielo da un punto più lontano dalle città. L'immagine seguente è elaborata da uno scatto di un osservatorio astronomico in Cile:
Magari il cielo a destra può sembrare irrealistico a occhio nudo. Credetemi per fede però, il numero "4" è assolutamente visibile anche in Europa; basta andare sul lago di Piana degli Albanesi vicino Palermo o in alcuni periodi dell'anno vicino alla Riserva dello Zingaro, a Scopello, nel trapanese.
Ora, immaginate di essere un antico navigatore greco. Non esiste luce artificiale, il cielo è il punto "3" della precedente immagine. Se oggi trovare le costellazioni è difficile perché le stelle non si vedono più, ai tempi dei Greci era altrettanto complicato perché c'erano troppe stelle; quelle della costellazione del Leone saranno state allora le più luminose.
Rimaniamo in tema connessioni. Provate a pensare a un evento fortunato, per esempio un traguardo raggiunto o una gratificazione lavorativa; tornate con la mente indietro nel tempo: dietro esso vi sarà una catena di eventi apparentemente casuali. Vi faccio un esempio dalla mia esperienza personale.
Ad agosto del 2022 ero in villeggiatura a Scopello. Chi conosce la zona sa quanto sia bello il mare, con mille calette ognuna diversa dall'altra. In quei pomeriggi ero un po' pigro e annoiato. Decisi senza apparente motivo di andare da spiaggia a spiaggia via scogli e senza sentieri. Infatti da piccolo avevo paura di arrampicarmi sugli scogli, in quel periodo invece avevo una discreta forma atletica e un profondo desiderio di superare i limiti del passato. Mi misi allora una bandana (fondamentale se siete calvi, o bandana o cappellino), scarpe Adidas e vestiti comodi e iniziai ad arrampicare. C'è una disciplina che si chiama "Deep Water", che consiste nel fare arrampicata sugli scogli a strapiombo sul mare, così da atterrare in sicurezza in acqua in caso di caduta. Io invece andavo di scoglio in scoglio, un po' incosciente ma fidandomi delle mie forze.
Lo feci per tre giorni di fila, ogni pomeriggio. All'ultimo giorno arrivai quasi all'ingresso della Riserva dello Zingaro. Da lì decisi che, una volta tornato a Torino, mi sarei iscritto a un corso di arrampicata, così come feci a settembre.
Permettetemi di aggiungere un ultimo dettaglio, so che il racconto si sta facendo lungo ma serve un altro pezzettino. C'erano due corsi, il lunedì/mercoledì o il martedì/giovedì. Scelsi il primo, poi me ne pentì perché avrei avuto il concerto di Marracash in un lunedì sera. Chiamai per cambiare classe del corso ma la segretaria mi disse che subito dopo di me un'altra persona aveva prenotato l'ultimo posto del corso del martedì/giovedì, per cui non c'erano più posti, avrei dovuto fare il lunedì/mercoledì.
Chi mi conosce sa chi di molto speciale incontrai durante quel corso del lunedì/mercoledì e come la mia vita sarebbe stata molto diversa se non lo avessi fatto.
Ed è qui che parte la catena di "Se": se non avessi deciso di provare a fare una passeggiata sugli scogli, se non fossi andato sino alla Riserva dello Zingaro arrampicandomi, se non mi fossi iscritto al corso di arrampicata, se non avessi prenotato 6 mesi prima i biglietti del concerto di Marracash, se, se, se... La mia vita sarebbe stata molto diversa.
Provate a fare questo esercizio anche voi e vi stupirete di come le cose più belle nascano da connessioni tra eventi casuali.
Ma adesso torniamo a Steve Jobs. Un passo fondamentale del suo discorso riguarda il "senso" di una vita. Jobs sostiene che si possono unire i puntini solo guardando al passato. Ed è proprio vero: la catena del "se" parte solo alla fine del percorso, nell'oggi verso i giorni precedenti. Nessuno sa dove ci condurranno le nostre azioni dell'oggi, lo scopriamo solo col senno del poi. Ed è qui che Jobs mette un punto sul futuro: bisogna avere fede. Voglio riportarvi le parole esatte, dopo segue la traduzione per chi non è pratico con l'inglese:
“Again, you can’t connect the dots looking forward; you can only connect them looking backward. So you have to trust that the dots will somehow connect in your future. You have to trust in something — your gut, destiny, life, karma, whatever. This approach has never let me down, and it has made all the difference in my life."
"Di nuovo, non potete unire i puntini guardando avanti; potete connetterli solo guardando indietro. Quindi, dovete avere fede che i puntini saranno in qualche modo connessi nel vostro futuro. Dovete avere fede in qualcosa: il vostro istinto, il destino, la vita, il karma, qualcosa. Questo approccio non mi ha mai buttato giù e ha fatto la differenza nella mia vita".
Con "fede" non intendo solo quella religiosa ma un concetto più ampio. Fede significa fiducia incontrollata. La fede è per sua stessa definizione completamente irrazionale e senza nessun fondamento logico. Non ci sono dimostrazioni dell'esistenza del destino: si può solo aver fede, fiducia che le cose andranno in questa o quella direzione.
Le nostre vite sono ricche di avvenimenti così come il cielo dei nostri antenati era ricco di stelle. Riceviamo stimoli continui: i telefoni sono megafoni di emozioni, con sequenze infinite di video che trasmettono tristezza per la guerra, gioia per gattini che fanno il bagno, notizie, canzoni nuove, dissing, balletti. Sono armi di distrazione di massa, personalmente mi prendo periodicamente delle pause tra tutti i social per ritrovare il silenzio. Ma anche spegnendo il telefono, gli stimoli sono continui.
Sta a noi decidere cosa mettere a fuoco. Sta a noi trovare poi le connessioni. Non ce ne accorciamo ma è una scelta continua, una presa di posizione. Se non prendiamo decisioni, veniamo travolti dagli eventi.
Il futuro di ognuno è una scelta, una decisione difesa ogni giorno. Se gli eventi appaiono catastrofici o confusi, se le giornate sono ripetitive, se crediamo di essere avviati all'insuccesso... credetemi per fede, cambiare si può. Essere fermi si può. Decidere il proprio destino si può.
Non ci sono mai state così occasioni di riscatto personale come adesso. Anche nel tempo del governo delle macchine, dove tutto sembra prevedibile. Il caos della vita risulta un dono se lo si sfrutta nel modo giusto.
Benvenuti nella seconda stagione di Klondike.
Per approfondire, video completo del discorso di Steve Jobs: